Vinitaly - Razzolini (FdI): “A Verona la 54esima ed. del Salone internazionale dei vini e distillati. Made in Italy, territori Unesco e rincari delle materie prime: sia forte il sostegno alle sfide del comparto vitivinicolo d’eccellenza veneto e italiano”

11 aprile 2022

 

(Arv) Venezia 11 apr. 2022 - “Partecipare all’inaugurazione di Vinitaly, e contestualmente a quella del padiglione della Regione Veneto, significa lanciare un forte segnale di ripartenza dopo due anni penalizzati dalla pandemia. La manifestazione si conferma quale fiera vinicola di riferimento coinvolgendo 4.400 aziende e oltre 50 Paesi di tutto il mondo”. Così il consigliere regionale Tommaso Razzolini del gruppo consiliare Fratelli d’Italia - Giorgia Meloni, che in veste di membro della Terza Commissione permanente del Consiglio regionale del Veneto, ha preso parte all’inaugurazione ufficiale della 54esima edizione di Vinitaly a Verona, il Salone internazionale dei vini e distillati.

“Una vetrina internazionale che pone al centro la città di Verona, capoluogo ideale per il prossimo progetto denominato Muvin che porterà alla nascita del nuovo Museo del vino, con sede a Verona presso le Gallerie Mercatali. Ma Vinitaly – sottolinea il consigliere - sarà prima di tutto l’occasione per riavvicinare il vino italiano ai consumatori di tutto il mondo, in un comparto dove l’export vale ben 7,2 miliardi di euro. Un volano per farlo potrebbe sicuramente essere rappresentato dalla promozione dei nostri territori Unesco, un vero Patrimonio dove la bellezza del paesaggio, la ricchezza culturale e le eccellenze enogastronomiche possono amplificare a dismisura l’attrattività turistica internazionale”.

“Non solo, dai padiglioni di Veronafiere dovrà risuonare chiaro e forte il messaggio legato alle sfide che il settore vitivinicolo e agroalimentare italiano sta già affrontando ma pensiamo all’emblematico caso del Prosek, l’ennesimo attacco al Made in Italy a colpi di Italian sounding, pratica commerciale sleale al pari della contraffazione. Aggiungiamo a tutto questo, anche le politiche europee più che discutibili dove spesso non traspare con sufficiente chiarezza la netta distinzione tra il consumo moderato e consapevole di alcuni prodotti, tra cui il vino e il loro abuso. Infine, le incertezze dettate dalla guerra, dalla pandemia e dai rialzi record delle materie prime. A partire dal vetro, alla carta, trasporti, ecc., il quadro appare complicato e obbliga le istituzioni a sostenere con forza un settore trainante per la nostra economia”, conclude Razzolini.